Mariam lasciò il suo paese con una piccola valigia e tanta speranza. Desiderava una vita migliore in Italia, un luogo che immaginava sicuro e pieno di opportunità. Tuttavia, il viaggio fu lungo e difficile. Attraversò confini a piedi, dormì all’aperto e dipese dall’aiuto di sconosciuti per avere da mangiare.
Quando finalmente raggiunse la costa italiana, Mariam provò un grande sollievo. Ma le sofferenze non erano finite. Visse in un centro di accoglienza affollato insieme ad altri immigrati, aspettando che i suoi documenti fossero approvati. Ogni giorno era pieno di incertezze. Si preoccupava per la sua famiglia rimasta a casa e temeva di essere rimandata indietro.
La barriera linguistica rendeva tutto più difficile. Anche compiti semplici, come comprare il pane o chiedere indicazioni, diventavano stressanti. Alcune persone mostravano gentilezza, insegnandole parole e dando consigli. Altri la guardavano con diffidenza, facendola sentire un’estranea.
Mariam voleva lavorare e contribuire alla società, ma senza documenti legali era impossibile. Il tempo passava lentamente e il peso dell’attesa cresceva. Le notti erano piene di paura, ma anche di sogni su un futuro in cui avrebbe potuto appartenere.
Gli immigrati come Mariam portano ferite invisibili — solitudine, paura e speranza mescolate insieme. Le loro storie ci ricordano che dietro ogni volto c’è un viaggio di coraggio, sacrificio e sopravvivenza.
Parole Nuove da Ricordare
- Accoglienza: luogo sicuro dove ospitare qualcuno
- Diffidenza: mancanza di fiducia verso qualcuno
- Barriera: qualcosa che rende difficile il progresso
- Contribuire: dare o aggiungere qualcosa di prezioso
- Sacrificio: rinunciare a qualcosa di importante per un bene maggiore

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